sabato 8 dicembre 2007

Capitolo 4.1 Ricordi

"Max, fai un altro giro con la ritorta in quel nodo a cappuccino"
"Si papà"
"Allora, quanti pesci prendiamo oggi?"
"...Papà, lo scorsoio è lento"
"Non ti preoccupare, si stringe da solo con la trazione della corda. Piuttosto attento a non farlo bagnare troppo, altrimenti se la corda si gonfia dopo non lo sciogliamo più"
"Si, papà"

"Vedi figlio, il segreto per fare un buon nodo a mezzo collo è non tirare troppo la corda che avanza: è un nodo molto forte, e facile da sciogliere anche se la corda è in tensione, non devi tirare troppo altrimenti rovini i legnuoli e lo rendi solo difficile da slegare dopo, senza aumentare la sua tenuta."
"Papà... non puoi farli tu i nodi?"
"Figliolo, devi impare, è importante. Anche se non ti piace la barca, un giorno dovrai legare un pacco sopra la macchina e devi sapere quante passate dare, e che nodo ti conviene usare. E poi guarderai quelli che invece hanno fatto dodici giri con la corda e guidano col braccio fuori dal finestrino per reggere il carico e nonostante tutto alla prima frenata brusca gli cadrà tutto sul cofano davanti!"
Oppure dovrai mettere in tensione quattro giri fatti un po' a caso dagli scagnozzi di un pezzo grosso della mafia cinese per poterlo decapitare con una katana.
Grazie papà.

"Figliolo, lega tu la vela, mi raccomando un gassa d'amante, non fare il nodo a galera. E ricordati che se la vela cede mentre il telo è in tensione la barca scuffia, e io posso anche morire. È una responsabilità la tua! Da un nodo può dipendere una vita!"
Anche più d'una, papà.

La prima volta che mi portò a pescare avevo sei anni.
"Papà?"
"Si?"
"Ma se i pesci sono morti perchè si muovono?"
"E cosa ti fa pensare che siano morti?"
"Beh, non respirano"
"Si che respirano, solo che respirano in un modo diverso dal nostro"
"Ah..."
"Sai, in irlanda c'è una leggenda. Un tempo tutte le creature vivevano sulla terra, i cervi, gli elefanti, gli uccelli e anche i pesci. Poi un giorno, la dea della terra litigò col dio del cielo e dell'aria, era un mascalzone il dio del cielo, sai? Allora la dea della terra, arrabbiata, iniziò a tirargli addosso pietre, terra, radici, tutto quello che riusciva a trovare, capisci? Ma il dio del cielo e dell'aria era anche lui molto forte, e faceva soffiare il vento, e creava tifoni e uragani e grandine in modo da disperdere tutto quello che la dea gli scagliava contro, ma le donne hanno la testa dura figliolo, e la dea continuava, perchè era molto arrabbiata e così ci furono tempeste e disastri e alluvioni su tutta la terra. Allora gli animali, di ogni posto, scapparono, terrorizzati, verso l'acqua, perchè il dio dell'acqua non avrebbe permesso di sollevare anche la terra sotto l'acqua. Era... come dire... un'altra giurisdizione, capisci? Senza più gli animali sulla terra la dea era ancora più arrabbiata e così le tempeste e gli uragani continuarono per anni e anni e anni. Poi un giorno, finalmente, la dea della terra si stancò, e smise di combattere contro il dio dell'aria. Gli animali potevano così tornare a vivere sulla terra, ma i pesci erano così terrorizzati dalla battaglia che c'era stata che preferirono rimanere nei fiumi, e nel mare, e si abituarono a vivere lì, tant'è che ancora oggi i pesci sguizzano e nuotano nei fiumi e negli oceani, ad ogni profondità."
"Papà?"
"Si?"
"È vero?"
"Solo se ci vuoi credere, figliolo"