lunedì 15 settembre 2008

Riepilogo

Fa freddo questa notte, e la nebbia pesa come un intero mare di acciaio,
entro da Moe, dove la luce è sempre accesa, come la lanterna dell'eremita
dei tarocchi.
C'è Marco al bancone, Marco Roger Dodger...
Saluto...

"Puttanella, sei sempre l'uomo più bello."
"Ciao Max, non ho investimenti da proporti, è fallita anche Lehman Bros,
non c'è più religione..."
"Un doppio Moe..."
"Sai Max, questa non l'ho schivata..."
"Neanche Cara ha schivato. Neanche Kirsten schivò il suo destino quando le spararono..."
"Mi spiace, Max. Credo che tu abbia buttato le pentole che vi avevo regalato, deve farti
male il ricordo."
"Non è il ricordo a farmi male, è la sua assenza, le pentole le uso ancora, mi hai regalato
le pentole più belle del mondo..."
"Già... è proprio l'assenza..."
"Puttanella, non puoi ripetere nulla di ciò che hai fatto con lei, ricordatelo!"
"Già... forse non riuscirò a produrre altre escalation del commitment..."
"Un exploit..."
"Un exploit, già... come al college, eh Max?"
"Nel vaso di Pandora rimase la speranza..."
"Già, e poi alcune missioni ce le scegliamo, altre ci piovono tra le braccia..."
"Potrebbero piovere molte altre missioni..."
"Già... Max il mio Bushmills è finito, vado a dormire... Come faceva quella canzone dei Beatles?"
"Quale?"
"The long and winding road..."
"Moe, tu te la ricordi?"
"Certo, ora la metto su..."

The long and winding road
That leads to your door
Will never disappear
Ive seen that road before
It always leads me here
Leads me to you door...

"'Notte Moe, 'notte Max..."
"Notte bell'uomo..."

lunedì 1 settembre 2008

Epilogo

Max è nel bar, si tiene la testa tra le mani e, cosa rara, sta fumando.
Si stira all'indietro sulla sedia, lascia cadere la cicca nel posacenere, afferra il suo drink e lo butta giù d'un fiato.
Luigi è appena entrato e assiste alla scena dall'angolo buio del bar, passa dal bancone e fa un cenno a Moe, che gli versa due Bushmills.
Si siede, e gliene scivola uno davanti.
Max lo guarda. I suoi occhi sono vuoti, come quelli di un morto.
"Perché proprio io? Perché toccava proprio a me?"
Luigi sospira stanco, come sospira chi si sente in colpa di non sentirsi in colpa.
"Alcune missioni ce le scegliamo. Altre ci piovono tra le braccia, come le mele in testa agli scienziati. Potrei chiederti: "E perché il mondo gira?", oppure dirti che toccava a te perché tu ti trovavi lì in quel momento, sul mio quaderno rosso. La verità, è che certe persone sono troppo testarde per mollare la presa, sempre."
Max si stira di nuovo sulla sedia, pensoso, ma in realtà è più un gesto per non guardare in faccia il suo interlocutore. Non gli piace.
Luigi sorseggia il suo Bushmills, pensando che è troppo forte per i suoi gusti.
Poi, ad un certo punto, si guardano, e sembra quasi che stiano pensando la stessa cosa: perché il mondo non si ferma?