Max è nel bar, si tiene la testa tra le mani e, cosa rara, sta fumando.
Si stira all'indietro sulla sedia, lascia cadere la cicca nel posacenere, afferra il suo drink e lo butta giù d'un fiato.
Luigi è appena entrato e assiste alla scena dall'angolo buio del bar, passa dal bancone e fa un cenno a Moe, che gli versa due Bushmills.
Si siede, e gliene scivola uno davanti.
Max lo guarda. I suoi occhi sono vuoti, come quelli di un morto.
"Perché proprio io? Perché toccava proprio a me?"
Luigi sospira stanco, come sospira chi si sente in colpa di non sentirsi in colpa.
"Alcune missioni ce le scegliamo. Altre ci piovono tra le braccia, come le mele in testa agli scienziati. Potrei chiederti: "E perché il mondo gira?", oppure dirti che toccava a te perché tu ti trovavi lì in quel momento, sul mio quaderno rosso. La verità, è che certe persone sono troppo testarde per mollare la presa, sempre."
Max si stira di nuovo sulla sedia, pensoso, ma in realtà è più un gesto per non guardare in faccia il suo interlocutore. Non gli piace.
Luigi sorseggia il suo Bushmills, pensando che è troppo forte per i suoi gusti.
Poi, ad un certo punto, si guardano, e sembra quasi che stiano pensando la stessa cosa: perché il mondo non si ferma?
lunedì 1 settembre 2008
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1 commento:
Molto bello come epilogo! :D
Cmq io ci avrei messo pure un po' di spogliarelliste, che non guasta mai... ;)
Dio quanto amo queste cose alla "Io sono tuo padre"!!
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