Il primo sole dell'alba mi colpisce in pieno negli occhi. Un pugno con sei minuti di rincorsa.
Sono quasi convinto l'abbia fatto apposta, il sole.
La mattina ho di queste manie di grandezza.
Mi alzo, la gamba sinistra è intorpidita. Ho dormito sul divano, di nuovo. Con i vestiti addosso, di nuovo.
Una doccia bollente dopo, ed eccomi di nuovo in carreggiata, al centro strada e in forma smagliante. Con la barba di tre giorni e il saporaccio del caffè solubile in bocca. Ma va beh, nessuno è perfetto.
Arrivo nel mio ufficio. Do' un calcio alle lettere che intralciano la porta, sicuramente tutte bollette e pubblicità, tutta roba che può aspettare.
Apro l'armadietto chiuso a chiave e tiro fuori il fascicolo numero 46. Deve essere quello del periodo delle foto sullo yatch. No, è quello dopo, il 47.
Sfoglio le pagine frettolosamente, è da tanto che non mi sento così impaziente, quasi annusassi l'odore del traguardo, la striscia bianca tesa alla fine di ogni gara.
Eccolo.
Khodorkovski.
Cerco le informazioni che avevo trovato su di lui ma... niente residenza.
Guardo meglio: in effetti non ero riuscito a trovare granchè su quest'uomo, tranne il fatto che fosse nel consiglio amministrativo delle stesse imprese di cui ho trovato i bilanci da Pei... ma... questo è interessante: è il pupillo di Frank Mastell, un politico corrotto della giurisdizione della città fredda. Ha talmente tanto le mani in pasta che mi domando ancora come le riesca a muovere. Possiede praticamente tutto il quartiere popolare nella prima periferia, una delle zone più degradate della città, ma grazie al suo monopolio riesce a mantenere gli affitti a prezzi da usuraio. C'è stata anche un'inchiesta per degli scarichi tossici da quelle parti, ma il tutto è stato insabbiato dopo delle sospette verifiche tecniche che hanno bollato come infondate le voci. È tutto alla luce del sole, pulito e lucido come il culo di una cagna in calore.
Possiede anche molte delle fabbriche che circondano la città, dove lavorano le stesse persone a cui strappa ogni centesimo per l'affitto. Credo gli abbiano anche assegnato una qualche onorificenza per l'eccellente lavoro svolto e per la ricchezza che crea PER IL PAESE.
Sempre in prima fila per i diritti morali, "White, anglo-saxon, christian", gestisce tramite dei prestanome la più grande catena di strip-tease di tutta la nazione, i "Blue Lights".
Ce n'è uno anche in città, ovviamente. Potrei cominciare da lì.
Già, non c'è proprio nient'altro che potrei provare.
Nient'altro.
È un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo.
sabato 2 febbraio 2008
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3 commenti:
Perchè noi resistiamo a tutto, tranne alle tentazioni :D
Che le tette siano con voi.
Ah, ci tenevo a dire solo una cosa:
Il fatto che io e Marco abbiamo già deciso come concludere il romanzo, non toglie nulla alla via sperimentale che abbiamo deciso di seguire, cioè scrivere senza comunicare intenzioni sul seguito. Cioè, ad un certo punto bisognava accordarsi per la conclusione, (se no mi sveglio oggi e faccio finire max sotto una macchina) ma la grammatica con cui si giungerà al finale la decideremo solo scrivendo. Il fatto è stupido (il nostro almeno, così non offendo neanche i reazionari)
Anche perchè abbiamo deciso il gran finale la notte di capodanno, con un tasso alcolico un po' troppo alto (tant'è che io mica mi ricordo mo che deve succedere...), in una campagna di venosa, al gelo, con un sociopatico che improvvisava rap, Antonio che limonava con la tipa, si girava e diceva: "Di che state parlando?" si rigirava e rilimonava la tipa (e così in loop), Pasquale che fracassava i maroni con la chitarra, Sergio che proponeva cose assurde (ah, se non ci fosse sergio), e quello che mi scordo sempre il nome che diceva: "Ah, ma che è 'sta cosa?".
Sempre serate tranquille le nostre.
dal blog di lino banfi:
"Ogni volta che finisco un lavoro entro in uno stato di fibrillazione in attesa dei risultati e, da bravo pessimista quale sono, tra il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, io sono irrimediabilmente portato a vederlo frantumato a terra."
Antò, t'ha fregato la battuta.
...PORCA PUTTENA MALEDETTA....
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