giovedì 7 febbraio 2008

Capitolo 4.4 L'inizio

Se non fosse per qualche ragazza intenta a imitare Faye Dunaway nelle vicinanze dell'ingresso
non direste che dietro alla porta numero 13 di Diamond Street ci sia un bordello, ma tant'è.
Dove una volta si riunivano i Padri fondatori di questa zona del paese si fa ancora politica, anche se in modo diverso e con incentivi diversi.
La continuità spirituale è una bella cosa... per questo La città fredda non se la permette.

Entro dentro con il cappotto umido, impregnato dell'odore della pioggia, ormai decisa a non muoversi più da questa parte di cielo. Jeff chiude la porta alle mie spalle e sorride gentilmente al gorilla che attende di fronte a quello che è il vero ingresso.

"Non potete entrare. Non mi piacciono le vostre facce."
"Che ha detto, Max?"
"Che non gli piace la tua faccia."
"Veramente non mi piace neanche la tua." Aggiunge l'educato portiere.
"Max forse posso capirlo, io ho la faccia gonfia per i pugni dell'altro giorno... È per questo vero?
Sai come ti dicevo ti capisco..." e si avvicina, accennando a tirare fuori un centone dal portafogli...
"Poche chiacchiere ne serviranno almeno un paio di quelli, poi la tua faccia mi sarà simpatica."
"Hai ragione, ce ne vorranno un paio."
E sferra due diretti, un destro e un sinistro sul setto nasale del gorilla, poi lo colpisce con un calcio allo stomaco, e mentre il gorilla ulula dal dolore ne tira un altro nei reni.
"Jeff!! Avevi detto un paio..."
"Davvero? Non me ne ricordo Max, lo giuro..."

Entriamo... La sala principale è tutta color viola: tavoli, arazzi, lampadari e tappeti, perfino il bancone del bar... Le luci dei lampadari invece sono verde acido e molto soffuse... Se non fossi forte di stomaco vomiterei addosso all'arredatore.
Non mi interessano molto i personaggi che affollano la sala dei poveri a caccia di illusioni fugaci, quindi mi dirigo direttamente verso le salette private. Se Mastell è in casa qualcuno veglierà sicuramente sulla sua porta.

In effetti qulcuno c'è... quattro gorilla all'imbocco del corridoio, con le automatiche in bella vista...
Pensavo sarebbe stato più difficile. Mando Jeff con andatura dinoccolata verso di loro, e lo seguo... Sono facilmente irritabili i gorilla di oggi, non sono più i seri professionisti di una volta. Subito disinseriscono le sicure e puntano le automatiche, peccato che lo facciano su Jeff.
Ho il fucile a pallettoni carico sotto il lungo cappotto logoro e nero. Lo tiro fuori e premo il grilletto, tre volte...
Uno stomaco si buca, un cervello schizza sulla parete e un ginocchio va in pezzi...
Sarei tentato di premere ancora il grilletto ma il quarto membro della compagnia si è buttato a terra e Jeff lo sta riempiendo di calci, ancora.

"Jeff smettila... La mascella gli serve intera."

Intanto si sente una corsa alle mie spalle, una corsa multipla, mi giro e faccio fuoco ancora...
I muri viola si tingono di rosso due volte... gli abbinamenti non sono il forte in questo posto.
E altre due vite sono state sacrificate.

"In quale camera devo cercare Mastell?"
Trema e non riesce a rispondere.
"Senti ragazzo, quando piove merda che tu ti butti a destra o a sinistra non cambia nulla, gli schizzi ti raggiungono lo stesso. Parla..."
"L'ultima a destra."
"Jeff, accompagnalo in ospedale e poi vai a casa."
"Ok, Max, gli offro anche da bere prima."

È proprio vero: le conseguenze della collera sono più gravi delle sue cause.
Intanto vediamo se Mastell sa dirmi dove trovare Khodorkowski.

2 commenti:

Luigi l'appeso ha detto...

MADONNA SANTA!
io lo sapevo che non ti dovevo coinvolgere nella scrittura del romanzo, eri una persona così tranquilla prima... spero che tuo padre non passi mai da qui o mi denuncia...

Forse capirà.

...

No, no, mi denucia.

Io sono il capostipite dei Baggins ha detto...

Boh? perchè, dici che adesso non sono tranquillo?