lunedì 24 settembre 2007

Capitolo 2.3 Visite

É domenica.
Mi sveglio di pessimo umore, ho dormito poco e male, il tiro a segno mi ha rilassato, ma ormai il compito di solitario guerriero mi sta logorando, o forse con l'età inizio a provare dubbi su ciò che ho ritenuto fosse morale per molto tempo. É possibile che stia inconsciamente preparandomi alla resa dei conti spirituale. La spiegazione che preferisco, tuttavia, è che dovrei smetterla di dormire tre ore per notte e dimenticare di riempire il frigo... credo che il frigo vuoto sia una delle cause peggiori di depressione per il sottoscritto.

É ancora presto, le strade sono vuote, il tempo è più avaro di sole che il presidente della Fed di dichiarazioni comprensibili. La domenica non si lavora, e la gente normale resta con la famiglia.
Andrò anch'io a far visita a un pezzo di famiglia: Jeff Buckley, archivista del Sistema Medico nazionale.

Arrivo in sede verso le undici, il cielo è coperto e sta calando una leggera nebbia, anche il vento ha iniziato a soffiare, non basterebbe un monsone a portare via il puzzo dall'edificio in cui lavora Jeff. Lo trovo barricato nel suo ufficio, come ogni giorno, di ogni settimana, Jeff non prende mai le ferie, Jeff non resta a casa più di otto ore al giorno, Jeff non si ammala mai, lui dice che per via del suo lavoro i microbi e i batteri lo rispettano. In realtà Jeff a soli 63 anni è completamente suonato da almeno trent'anni, papà diceva che era per il suo hobby, il pugilato clandestino.

Entro e gli piazzo le sue ciambelle domenicali al cacao sotto il naso, poi stappo i due cafféllatte e gli chiedo le quotazioni dei Sunset contro gli Hawks. Jeff mi guarda, ride, elimina due ciambelle in venti secondi circa e poi mi chiede:
"Che nome e numero ti servono?"
Maledetti matti, sono davvero la bocca della verità, ho sempre pensato che Shakespeare dicesse conse sensate.
"John O'Connor, 00470076, quanto tempo ti ci vuole?"
"Tempo, che parolone... non ho bisogno di tempo, il tempo ha bisogno di me, altrimenti non ci sarebbe. Ci hai mai pensato Max? Il tempo non ci sarebbe... devo ricordarmi di dirlo a padre O'Hara stasera in chiesa."

Tre minuti, ed ecco la risposta:
"John O'Connor, sei fortunato Max, è vicino... Muddy Creek, Stash St. 46, numero di telefono 0715678976, conosco il posto, quindici miglia dai sobborghi ovest. Ho fatto il commesso per un po' laggiù, bei tempi Max..."
"Certo Jeff, hai ragione. Ci vediamo domenica prossima Jeff, riguardati mi raccomando."

Imbocco l'uscita e in due minuti sono in strada, il vento si è fatto più impetuoso e cade qualche goccia di pioggia.
"Max!"
É Jeff alla finestra...
"I Sunset sono dati 2 a 1, ma io ti direi di giocare sugli Hawks, la quotazione è 5 a 1, ma il mestiere dei bookmaker è rubar soldi ai polli."
Rientra dentro e chiude la finestra.
Credo che un giorno gli darò retta.
Non oggi però, ho una visita da fare.

13 commenti:

neuromancer85 ha detto...

Eddai, cribbio! Almeno un povero cristo come Jeff Buckley potevi lasciarlo in pace!

Per il resto, complimenti!

neuromancer85 ha detto...

Ah comunque "il compito di solitario guerriero" suona troppo male! Capisco che aspiri a diventare il nuovo Vate(r) della lingua italiana, ma un normalissimo "guerriero solitario" proprio non ti piace? :D

Anonimo ha detto...

Quello che scrivo rimane sempre un mio giudizio personale.
Però, questo modo di scrivere mi piace parecchio, sicuramente più delle parti dove si descrive fino all'inverosimile e dove ci sono un sacco di riflessioni.
Anche qui, la parte iniziale è descrittiva, ma, per me, funziona benissimo.

Io sono il capostipite dei Baggins ha detto...

Ok, se vuoi correggo, inserendo un brillante: il mio fardello di vendicatore solipsista, che però suona più porno trash che altro...

neuromancer85 ha detto...

EVVIVA IL SOLIPSISMO!!! Ok, aggiudicato!

Luigi l'appeso ha detto...

Puttanelle, non vi si può lasciare un attimo che mi scadete nel porno. Parlo proprio io.
Gioie mie, mi ci vorrà un po' per proseguire perchè c'è il vecchio qui a casa e sto girando un po' per pisa a cercar casa. Il prossimo sarà più meditato e non "fucilato" come al solito. E che dio ci perdoni, visto che è il suo mestiere.

Cazzo, questa la devo riusare!

Bella Jeff Buckley, qualcuno ti amerà per questo : )

Io sono il capostipite dei Baggins ha detto...

Qualcuno mi amerà attraverso Jeff Buckley...

Luigi l'appeso ha detto...

Vediamo se riesco a scrivere mentre papà dorme.... shhhhh
Cmq, Chiarì, mi spieghi quali sono i tratti che tu rietieni più lenti?
Cioè, a cosa fai riferimento quando parli di "descrizioni infite", "riflessioni lunghe" (le parole non sono proprio le stesse, ma ho il pc senza mouse, e sto usando solo i tasti di scelta rapida per muovermi tra le finestre, salire su a rileggere sarebbe un problema non da poco :S )
Solo per capire quanto uno si può dilungare prima che cade l'attenzione del lettore. Perchè, ad essere sincero, di roba lunga non ce n'è, ci siamo imposti di scrivere poco per volta proprio per evitare che uno parte per la tangenziale e non finisce più.

Anonimo ha detto...

Allora stò rileggendo tutto.

IL capitolo delle ombre, la descrizione delle ombre per me è troppo...non è una descrizione lunga, ma mi snerva come fosse lunga; il racconto del nonno mi piace molto, l'avevo già scritto.

Quello del sacco, 1.4, mi ero appassionata a quelle battute finali che avevi scritto prima e rileggendo queste, adesso, ho visto che non mi provocano lo stesso interesse.

1.5 Nella parte della descrizione dei cinesi, come sono vestiti ecc.
Per me è inutile, se penso ad un cinese che sniffa colla, lo penso già così. E dato che sono già interessata ad immaginare mentalemente il cammino che fanno i due per uscire dalla stazione e soprattutto mi interessa capire che cavolo faranno dopo; quella descrizione mi devia completamente il pensiero.Sarà la mia mente ad essere fatta male, ma per me è così.

Poi nella parte dell'inseguimento è come se mancasse qualcosa, tipo la velocità dell'azione; cioè io ho immaginato che la cosa avvenisse in pochissimo tempo. Poi non lo so.

2.2 Ovvio: la parte del fucile, del caricare ecc..
Per chi non se ne intende è una palla mostruosa.
Anche adesso l'ho saltata.

Il 2.3 è perfetto.

Luigi l'appeso ha detto...

Accidenti, hai un po' una resistenza abbastanza bassa eh?
Ma i libri li leggi dai riassunti in fondo di solito?
Scherzo, in realtà è che noi non siamo scrittori, siamo un ingegnere ed un economista, perciò è chiaro che quando ci dilunghiamo cade quel misero interesse che può creare la storia.

Grazie, e scusa se t'ho fatto perdere un po' a rileggere tutto, ma m'hai chiarito un bel po' di cose : D

neuromancer85 ha detto...

"la parte del fucile, del caricare ecc.. Per chi non se ne intende è una palla mostruosa."

Arrrgh! Io non me ne intendo, ma Blade sì, e sicuramente quelle cose le pensa mentre le fa... Per questo quel pezzo è grandioso! Ti rende il protagonista incredibilmente vero... Infondo la vita non è "Quake 3: Arena" e le armi non si estraggono con la rotellina del mouse :D

E poi Luigi lo ha scritto talmente bene che sembra di sentire ogni "cli-ciak" metallico proveniente da quel fucile.
Quella parte non poteva essere scritta meglio e saltarla significa farsi del male :)

Anonimo ha detto...

Allora per Luigi: consapevole di essere molto esigente, consapevole che quello che ho scritto non vi farà campiare nulla, anzi...e fate bene.
I libri li leggo, ma faccio parte di quella categoria, che se non trova avvincente e interessante almeno l'inizio, lascia perdere molto volentieri il resto. Quelle persone che invece finiscono di leggere i libri solo perchè li hanno iniziati, non le sopporto!!!
Le cose le faccio solo se ho voglia di farle e non perchè devo farle.
E cmq, se continuo a leggere è perchè sono curiosa, e questo è un bene.
Che poi, i miei gusti facciano schifo e che magari i temi che mi interessano, mi portano ad escludere dei veri capolavori, è un altro discorso.

Poi per Ratzinger, che un nome ce l'ha ma lo dimentico sempre, nonostante credo di averlo conosciuto una volta, che dirti, non discuto sul come sia stata scritta quella parte, ma, ovviamente, sul contenuto. E, forse, certi particolari per qualcuno rendono il personaggio verosimile, per altri no.
E' ovvio che quando scrivo parlo per me.

E cmq io, per adesso, continuo a leggervi.

Luigi l'appeso ha detto...

Ma si, è un diritto del lettore interrompere la lettura.
T'ho dato ragione nel commento, siamo noi che non siamo buoni, l'ho detto!
E ti sono grato che continui a leggerci.

Ratzinger si chiama Antonio, ma risponde prima se lo chiami Settembre (o Gesù).